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    Cosa succede quando il figlio non arriva?

    Il Dott. Alberto Vaiarelli, Medico specialista in Ginecologia – Infertilità di coppia e tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (Genera – Clinica Valle Giulia Roma), esperto on line di Progestazione.it affronta in questo articolo cosa succede alla coppia che cerca di raggiungere una gravidanza ma il figlio non arriva. In particolare, il dott. Vaiarelli evidenzia il fattore età della donna che, nonostante le tecniche di fecondazione in vitro oggi disponibili, resta la componente essenziale nel disegno di genitorialità della coppia.

    Questo primo contributo inaugura la serie di articoli realizzati dagli Esperti di Progestazione.it volti a illustrare e spiegare il percorso che la coppia alla ricerca di un figlio si trova ad affrontare. Insuccessi, paure, stress, ansia, ma anche supporto nella scelta degli specialisti, quali tecniche di PMA sono più adatte e come percorrere con serenità il “viaggio” alla ricerca di un figlio.

    Il desiderio di maternità

    Il desiderio di maternità costituisce la fisiologica evoluzione di molte coppie. Nella maggior parte dei casi la gravidanza arriva in maniera spontanea. Tra le coppie che ricercano una gravidanza, circa l’80% riesce a raggiungerla entro i primi 12 mesi dall’inizio di rapporti sessuali mirati al concepimento. Le rimanenti coppie saranno quelle che secondo il World Health Organization – WHO (l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS) verranno classificate come coppie infertili. Per alcune di queste, la gravidanza avverrà nei mesi successivi in maniera spontanea, ma per altri inizierà un percorso tra vari specialisti del settore per capire perché non arriva un figlio.

    Purtroppo i moderni stili di vita, i fattori socio-economici nonché le motivazioni lavorative hanno indotto molte coppie ad un consapevole ritardo nella ricerca della gravidanza. Tale comportamento si basa su un’infondata credenza che la gravidanza possa essere posticipata a seconda delle esigenze delle donne. Non di meno, la diffusione delle tecniche di fecondazione in vitro ha alimentato nelle donne l’errata consapevolezza che l’avanzamento della tecnologia possa superare i limiti biologici e temporali.

    Proprio nella mia pratica clinica e nel mio incontro con le coppie constato che la diffusione e il facile utilizzo della tecnologia nella nostra vita quotidiana ha fatto sviluppare una fiducia crescente nei consigli dati dal “dr. Google”. Questa fonte diventa un consulente sempre pronto per guidare la donna e la coppia nella scelta degli esami da fare e addirittura nella scelta dello specialista a cui affidarsi per ottenere una gravidanza. Purtroppo questa condotta può determinare gravi conseguenze soprattutto legate al ritardo nella consultazione di uno specialista.

    La mancanza di un’educazione sessuale e di un’educazione alla riproduzione porta molte donne e uomini a sottovalutare alcuni eventi e a sopravvalutarne altri.

    La mancanza di un’educazione sessuale e di un’educazione alla riproduzione porta molte donne e uomini a sottovalutare alcuni eventi che necessiterebbero di ulteriori accertamenti e, nel contempo, a sopravvalutarne altri che invece non hanno alcun riscontro clinico.

    Indubbiamente, il periodo della ricerca della gravidanza è connesso a un forte periodo di stress soprattutto quando i tempi superano i 12-18 mesi. Tante paure e ansie si manifestano nella donna e nella coppia riguardo alla loro impossibilità a concepire.

    Il ruolo della visita specialistica

    Ecco perché la figura del medico curante della donna è una figura cardine per la gestione della coppia e per delineare un ideale percorso diagnostico e terapeutico. Questi primi passaggi hanno un’importanza fondamentale per tutto l’iter che la coppia dovrà seguire.

    Pochi ma essenziali sono i criteri che devono spingere la coppia a sottoporsi ad una visita specialistica: l’età avanzata della donna (over 36), eventuali problematiche maschili (patologie non curate in età adolescenziale e dello sviluppo che intaccano la sfera sessuale e riproduttiva), nonché patologie preesistenti nella donna che vadano ad intaccare la riserva ovarica o per le quali siano stati necessari interventi pelvici (patologie benigne e maligne a carico dell’ovaio, endometriosi ovarica e pelvica).

    Tutti i dati scientifici concordano che l’età della donna è un criterio fondamentale dal quale dipende la possibilità di ottenere una gravidanza e che determina un preciso iter medico da seguire. Pertanto, è importante che tutte le donne in età fertile siano consapevoli dei fattori che incidono per l’ottenimento di una gravidanza.