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Infezioni urinarie: il “dopo” vacanze

Enjoying the sunSe le vacanze estive hanno portato un aumento degli episodi di cistite, cosa è necessario fare una volta ritornati a casa? Ecco qualche consiglio dell’esperto di Curarelacistite, Prof. Massimo Lazzeri, medico chirurgo specializzato in Urologia.

Prof. Lazzeri come sta la nostra vescica al ritorno dalle vacanze?
L’estate rappresenta da sempre un fattore di rischio per la vescica. Come abbiamo cercato di spiegare nel nostro sito attraverso lo “Speciale estate”, le alte temperature e le condizioni ambientali possono favorire le infezioni delle vie urinarie sia nelle donne che negli uomini. Attenersi alle norme igienico comportamentali che abbiamo suggerito nel nostro approfondimento riduce sensibilmente la probabilità di sviluppare una infezione urinaria, ma non la evita con certezza.

Che cosa si deve aspettare il paziente che ha avuto una cistite nel periodo estivo?
Generalmente gli episodi acuti, che vengono trattati in maniera empirica (senza eseguire quindi un’urinocoltura) durante questo periodo, quando le persone sono in un luogo di villeggiatura e spesso non hanno un immediato accesso alle strutture diagnostiche, si risolvono con una terapia antibiotica e non lasciano esiti. Può persistere per una o due settimane un senso di fastidio sovrapubico o a livello dell’uretra che tende ad attenuarsi con il tempo, e un aumento della frequenza con cui si deve andare in bagno. In alcuni soggetti, e in particolare per quei casi in cui si è manifestata anche una ematuria (perdita di sangue con le urine) i fastidi possono durare più a lungo.

Sappiamo che una delle forme più diffuse durante l’estate è la cistite post-coitale: quale consiglio può dare in questi casi?
Nel nostro sito abbiamo già affrontato questo problema che affligge numerose donne, e i consigli non sono diversi da quelli che vengono dati nel caso di cistiti dopo i rapporti sessuali che avvengono negli altri periodi dell’anno. Considerato però la possibilità di rapporti occasionali o con partner non abituali consiglierei sempre di consultare il medico e discutere l’opportunità di eseguire oltre ai comuni esami microbiologici anche un tampone uretrale per la ricerca di germi a trasmissione sessuale quali la Chlamidia, Mycoplasma e Ureaplasma.

Che cosa suggerisce di fare, una volta tornati a casa?
Se non è stato fatto alcun esame diagnostico consiglierei di eseguire al ritorno in città un esame delle urine ed un’urinocoltura, anche in assenza di sintomi. Questo, più che altro, per coloro che hanno una persistenza dei sintomi urinari. Nel caso in cui sia comparsa anche una ematuria mi rivolgerei al medico o allo specialista per valutare la necessità di una ecografia o di ulteriori approfondimenti.

In autunno dobbiamo aspettarci una riduzione delle cistiti?
Non necessariamente. Se pensiamo alle infezioni urinarie, posso essere d’accordo, ma con l’abbassamento della temperatura alcune persone, e in questo caso sono più interessati i maschi, cominciano ad accusare un aumento della frequenza urinaria, la necessità di alzarsi la notte e la sensazione di dover urinare con urgenza perché hanno difficoltà a tenere le urine. Spesso questi sintomi vengono confusi con quelli della cistite o della prostatite, ma in realtà essi sono spia di un difetto del riflesso minzionale. L’abbassamento della temperatura, per motivi che sarebbe troppo lungo spiegare, in alcuni soggetti predisposti fanno aumentare la sensibilità vescicale simulando una cistite. È proprio in questo periodo che la figura del medico e dello specialista gioca un ruolo fondamentale per una buona diagnosi e una buona cura.