L’importanza di un buon funzionamento della ghiandola tiroidea per il benessere in particolare delle donne, è stato il tema portante della settimana della tiroide, evento promosso lo scorso maggio dalle principali Associazioni che si occupano di salute della tiroide.
Scopo dell’iniziativa, che ha previsto controlli gratuiti in tutta Italia, è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo scientifico sui crescenti problemi legati alle malattie di questa ghiandola e il loro impatto sulla salute femminile. Una corretta funzione tiroidea è infatti molto importante nella donna in età fertile e soprattutto in corso di gravidanza, perché un difetto – anche lieve – può creare problemi alla salute della gestante e causare conseguenze negative sullo sviluppo neuropsichico del bambino.

Tiroide e gravidanza

L’American Thyroid Association ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio condotto in Olanda nel periodo 2002-2006 su oltre 5.000 donne che hanno partorito un bambino sano.
Sono stati effettuati test della funzionalità tiroidea attraverso analisi del sangue materno durante la gravidanza e dei neonati alla nascita, e i risultati hanno evidenziato che il buon funzionamento della tiroide nei bambini era fortemente correlato a quello delle loro madri durante la gravidanza.

Una buona funzionalità tiroidea è indispensabile durante la gravidanza sia nella madre che nel bambino per uno sviluppo normale del cervello di quest’ultimo.
Ciò è particolarmente importante nelle fasi iniziali della gravidanza, quando la tiroide del bambino non funziona ancora autonomamente e tutti gli ormoni tiroidei provengono dalla madre. Un eventuale ipotiroidismo della madre può dunque nuocere al feto, anche se la sua funzione tiroidea è normale. La causa più comune di ipotiroidismo è la tiroidite di Hashimoto, che si può facilmente diagnosticare controllando i livelli di anticorpi anti-TPO nel sangue materno. Questi anticorpi, chiamati anti tireoperossidasi, sono rivolti verso il principale enzima responsabile della biosintesi degli ormoni tiroidei e, seppur coinvolti in modo marginale nello sviluppo della tiroidite, rappresentano degli ottimi marcatori della malattia.

Lo studio olandese, mostra che all’inizio della gravidanza la funzione tiroidea del feto in via di sviluppo è direttamente correlata a quella della madre e sottolinea che questo aspetto è da tenere nella massima considerazione, perché si tratta di un periodo cruciale per lo sviluppo cerebrale del bambino. I risultati dimostrano come le donne in gravidanza debbano controllare la funzione della tiroide, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza. Questo è ancora più importante per le donne con anticorpi anti-TPO nel sangue, che sono a più alto rischio di sviluppare l’ipotiroidismo.

Circa il 9% delle donne hanno manifestato ipotiroidismo durante le prime fasi della gravidanza, e dal momento che l’ipotiroidismo è frequentemente legato alla presenza di anticorpi anti-TPO nel sangue, le donne che sono consapevoli di avere questi anticorpi (come nel caso di una precedente diagnosi di tiroidite di Hashimoto) dovrebbero effettuare controlli approfonditi in caso stiano pianificando una gravidanza.
A questo proposito va sottolineato che le malattie della tiroide, ad eccezione di rari casi, non costituiscono un ostacolo alla gravidanza, purché diagnosticate e trattate tempestivamente.
La malattia di più frequente riscontro rimane l’ipotiroidismo, facilmente correggibile con l’assunzione per via orale dell’ormone tiroideo che sostituisce perfettamente l’ormone naturale.

Fonte: American Thyroid Association – Clinical Thyroidology For Patients Volume 5 Issue 6