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Tiroidite di Hashimoto e tiroidite subacuta.

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Le tiroiditi sono processi infiammatori della tiroide piuttosto diffusi soprattutto nella popolazione femminile; ne esistono diverse forme, ma la più comune è la tiroidite di Hashimoto, che appartiene al gruppo delle tiroiditi autoimmuni. A causa di un’anomalia del sistema immunitario i linfociti aggrediscono le cellule stesse della ghiandola tiroidea, provocando infiammazione, distruzione e riduzione della sua funzionalità: questa malattia è, infatti, la causa più comune di ipotiroidismo nei paesi occidentali.

La tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto si può accompagnare a un notevole aumento di volume della ghiandola tiroidea, e quando si sviluppa ipotiroidismo, dare sintomi quali debolezza aumento di peso, depressione, cute pallida e fredda. Tuttavia spesso si presenta asintomatica e può restarlo per diverso tempo, così da rendere difficile una diagnosi.

La causa scatenante è sconosciuta, anche se esiste una percentuale di rischio connessa alla familiarità.
Inoltre, diversi studi hanno evidenziato come una carenza di selenio possa attivare una tiroidite autoimmune in soggetti predisposti. L’azione regolatoria svolta da questo oligoelemento nei confronti del sistema immunitario è infatti in grado di prevenire il malfunzionamento della ghiandola tiroidea.
Il trattamento va iniziato in caso di sviluppo di ipotiroidismo e prevede una terapia sostitutiva con ormone tiroideo da seguire continuativamente per tutto il corso della vita.

La tiroidite subacuta

Questa patologia, chiamata anche tiroidite di De Quervain, è una infiammazione della ghiandola tiroidea di probabile origine virale. L’infiammazione provoca febbre, malessere generale e dolore al collo, a cui si possono associare i sintomi dell’ipertiroidismo.

Non esiste un trattamento specifico, e nelle forme più lievi si può aspettare la risoluzione spontanea nel giro di qualche settimana. In presenza di sintomi significativi è invece utile l’inizio di una terapia cortisonica da protrarre per diverse settimane che rapidamente induce un miglioramento. Occasionalmente può presentare recidive.