Gli uomini concepiti grazie alla tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita chiamata ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo) correrebbero il rischio di andare incontro a loro volta a difficoltà riproduttive, a causa di una ridotta quantità di spermatozoi. È quanto emerge da uno studio belga pubblicato sulla rivista Human Reproduction. Secondo i ricercatori, l’ICSI effettuata per grave infertilità da fattore maschile potrebbe portare alla stessa condizione del padre. I soggetti inseriti nello studio presentavano infatti circa la metà della concentrazione spermatica, e un numero di spermatozoi mobili due volte inferiore rispetto ai soggetti concepiti naturalmente.
Al Prof. Andrea Garolla, Andrologo Specialista in Farmacologia Clinica dell’A.O. – Università di Padova ed esperto on line di Uominsalute.it, abbiamo chiesto se, alla luce di questo nuovo studio, le tecniche in oggetto debbano essere guardate da oggi con più sospetto dal punto divista delle possibili cause di infertilità maschile.