In particolare, l’effetto collaterale più frequente, ma anche il meno noto, negli uomini è l’ipogonadismo, ossia la riduzione della secrezione di testosterone con conseguente riduzione della libido, e aumento dell’incidenza di fratture dell’osso.
La Dott.ssa Susan Peng Demarest (endocrinologa e diabetologa presso Virginia Commonwealth University Medical Center-Department Of Primary Care) e i suoi colleghi hanno effettuato un lavoro di revisione sugli articoli riguardanti gli effetti degli oppioidi su ipotalamo, ipofisi e metabolismo osseo, dal 1980 al 2014.
Gli effetti degli oppioidi sulla salute maschile
Dagli studi analizzati dal gruppo della Dott.ssa Demarest, emerge che gli oppiodi:
- inibiscono l’asse ipotalamo-ipofisi-gonade determinando la riduzione della concentrazione nel sangue di LH (ormone che stimola le gonadi a produrre testosterone) e di testosterone stesso, determinando ipogonadismo ipogonadotropo iatrogeno (causato da farmaci);
- aumentano le concentrazioni di globuline leganti gli ormoni sessuali, che legano il testosterone e lo rendono inefficace;
- aumentano la conversione di testosterone in estradiolo, riducendone la concentrazione sierica.
L’influenza diretta del testosterone sul metabolismo osseo, invece, è ancora poco chiara. E’ certo che l’ipogonadismo è responsabile dell’effetto di indebolimento delle ossa, in quanto il testosterone, negli uomini, è la fonte primaria da cui si ottengono gli estrogeni, che sono deputati al controllo di osteoclasti e osteoblasti, le cellule che si occupano del metabolismo osseo. Tale meccanismo spiega perché l’ipogonadismo sia legato all’aumento dell’incidenza dell’osteoporosi e in misura maggiore al rischio di fratture e cadute. Una ipotesi emergente riguarda il deficit di vitamina D. Infatti, la ridotta stimolazione dell’LH sulle cellule di Leydig provocata dagli oppioidi, potrebbe ridurre la formazione di 25-OH vitamina D con un conseguente incremento dei livelli di Paratormone (PTH), riassorbimento di calcio dalle ossa, osteopenia e osteoporosi.
Come riconoscere i sintomi della fragilità ossea
Anche se non esistono standard di controllo, è consigliabile, per chi assume oppioidi sia in forma voluttuaria che in forma di terapia cronica, prestare molta attenzione all’insorgenza di particolari sintomi che potrebbero essere legati all’ipogonadismo indotto da oppiacei, quali:
- diminuzione della libido
- stanchezza
- umore depresso
- perdita di massa muscolare e forza
- aumento della massa grassa
- infertilità
- osteoporosi e fratture
- diminuzione della funzione erettile.
Gli esami da fare per monitorare la fragilità ossea
E’ consigliabile inoltre effettuare periodicamente dei test – consigliati dai medici di medicina generale – per monitorare lo stato di salute delle ossa:
- il testosterone totale (legato alle globuline e non legato)
- il testosterone libero
- la globulina legante l’ormone sessuale (SHBG) alla quale si lega il testosterone
- la concentrazione di LH, il DHEAS.
- Il monitoraggio della densità ossea (BMC, Bones Mineral Content)
- Il monitoraggio dei livelli di vitamina D e PTH.
La terapia
La diagnosi di ipogonadismo si basa sui bassi livelli di testosterone totale in particolare <300ng/dL. In presenza di sintomi ed esami alterati, la principale terapia è la sospensione dell’assunzione di oppioidi. Peraltro, per i soggetti che li assumono a scopo terapeutico esistono tecniche di analgesia non oppioide (elettrostimolazione, infiltrazioni, radiofrequenza, etc) che possono sostituirla.
Il ricorso alla terapia con LH o al trattamento sostitutivo con testosterone in caso di insufficienza Leydigiana, è importante qualora sia necessario incrementare la concentrazione sierica del testosterone totale sino ai valori normali di 300-1000 ng/mL.
Fonti
http://www.mascc.org/assets/documents/pain_Impact_Opioids_Endocrine_Katz.pdf