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Reflusso laringo-faringeo e reflusso gastrico: come distinguerli?

PP Prof GelardiIl Prof. Matteo Gelardi,  Responsabile del Centro Rinologico, Policlinico di Bari, spiega in un’intervista a Rai Radio 1 nella trasmissione “Life”, come distinguere il reflusso laringo-faringeo da quello gastrico e qual è l’approccio terapeutico più efficace. Tosse insistente, “corpo estraneo in gola” sono alcuni dei sintomi descritti dai pazienti ma spesso non si arriva subito alla diagnosi corretta e al trattamento specifico. Fondamentale il dialogo con il proprio medico, che dovrà indagare anche le abitudini alimentari del paziente, poiché l’alimentazione è all’origine delle cause del reflusso laringo-faringeo. Una patologia poco diagnosticata, ma molto diffusa, come indica il Prof. Gelardi, per cui 6 pazienti su 10 ne sono affetti.

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Life del 16/12/2016
Ascolta il podcast dell’intervista con il Prof. Matteo Gelardi

Leggi la trascrizione dell’intervista realizzata da Annalisa Manduca di Life Rai Radio 1 al Prof. Matteo Gelardi

Il reflusso laringo faringeo, una malattia che colpisce laringe e faringe e che rappresenta una delle principali cause di infiammazione. Non c’è molta informazione sul tema, e ci affidiamo per tutte le risposte al Prof. Matteo Gelardi. Dobbiamo capire: perché non conosciamo questo problema e quando è nato, perché è descritto da poco tempo?
Il reflusso laringo-faringeo c’è sempre stato. Il problema è stato poterlo riconoscere, mancava la giusta strumentazione. Fino a pochi anni fa passavano tutti per “boli isterici”. Quando un paziente si recava dall’Otorinolaringoiatra e riferiva un disturbo a carico della laringe e della faringe, si sentiva “stringere”, si sentiva un corpo estraneo, questi pazienti o passavano per faringiti croniche, dove il termine “faringite cronica” serve per chiudere la questione, a volte andavano a fare anche le cure termali, oppure venivano classificati come “boli isterici”, che fanno pensare a problematiche di tipo psicosomatiche, di “somatizzazione”.
Poi sono arrivate nuove strumentazioni diagnostiche, le fibre ottiche, i fibroscopi, che ci permettono di entrare nelle cavità senza fare anestesia, e ci siamo accorti che c’era qualcosa di particolare.

E’ un’infiammazione della laringe e della faringe, ma talvolta anche a carico del naso. I vapori acidi, in forma di “aerosol”, molte volte è l’aerosol dell’acido che viene su, come in forma di vapore. Il vapore tende ad andare in alto, partendo dallo stomaco, verso la laringe e faringe e la cavità nasale è il capolinea di questo percorso. Il paziente inizia ad avere una sorta di ustione chimica, che a piccole dosi, che perdura lentamente fino a provocare un’infiammazione. Un’infiammazione che colpisce questa regione, ma senza febbre. I sintomi sono eccesso di muco, perché per difendersi da questo vapore, l’organismo crea tantissimo muco. I pazienti arrivano dall’otorinolaringoiatra, pensando di avere altri disturbi, come l’allergia. E arrivano dicendo “mi sento un corpo estraneo in gola”, “ho un eccesso di muco”, “si abbassa la voce e non capisco perché, ho tosse insistente, non riesco più a dormire”.  Queste persone entrano in un circolo vizioso con antibiotico, fanno l’aerosol che invece diventa test di provocazione, perché sulla superficie ustionata l’aerosol fa aumentare ancora di più la tosse.

Questo tipo di reflusso può avere dei sintomi che si presentano a intermittenza?

Pensiamo che la causa alla base è l’alimentazione. Il nostro regime alimentare negli ultimi anni è cambiato. Pensiamo a quanto di frequente andiamo al ristorante e mangiamo fuori, queste abitudini stanno cambiando il nostro modo di mangiare. Nella nostra dieta sono entrati alimenti che prima non esistevano e mi riferisco alle spezie. Per esempio lo zenzero, di cui si parla molto per le sue proprietà, a volte viene considerato fattore irritante, può creare un’irritazione. Pensiamo alla frequenza di utilizzare limone con zenzero al mattino, appena svegli, questo spesso coincide con questo tipo di problematiche. Poiché non si parla di reflusso laringo-faringeo ma di più di gastro-esofageo, e quindi i pazienti vanno dal gastro-enterologo, che non troverà nulla perché sono due malattie diverse.

Per quanto riguarda il trattamento?

Spesso a questi pazienti si finisce per dare l’inibitore di pompa, che però non ha indicazioni per il reflusso laringo-faringeo, ma non c’entra con il reflusso laringo-faringeo. Bisogna cambiare le abitudini alimentari e lo stile di vita.
E’ stato studiato che è la pepsina, altra sostanza prodotta nello stomaco a essere responsabile del reflusso laringo-faringeo; sarà quindi un inibitore della pepsina a curare questo tipo di reflusso e risolvere questo problema. Però bisogna partire dall’alimentazione. Il Medico deve dedicare un po’ di tempo al paziente, capendo l’igiene alimentare e riconoscere dov’è il problema e quindi trattarlo. Il problema viene trattato con quei dispositivi medici (bustine e sciroppi), a base di “alginati”, che si prendono dopo pranzo e dopo cena. Questi sono molto densi e hanno questo effetto di creare una barriera. Il muco che noi creiamo è una sorta di alginato, è sempre una difesa il muco. I pazienti che hanno queste caratteristiche, senza febbre, devono iniziare a pensare a questo: cosa mangiano e si può vedere quali sono gli alimenti “no” nei casi di reflusso sia gastro-faringeo sia laringo-faringeo. Ma l’inibitore di pompa non è indicato per il reflusso laringo-faringeo. Due malattie completamente diverse, il reflusso laringo-faringeo è molto poco diagnosticato. Su 10 persone che entrano nei nostri ambulatori almeno 6 soffrono di questo problema.

Ultimo aggiornamento 15/02/2017