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Trigliceridi e colesterolo

Trigliceridi e colesterolo sono entrambi fattori di rischio cardiovascolare, ma per quanto riguarda questi ultimi, quanta consapevolezza abbiamo dell'importanza di mantenere i loro valori sotto controllo? Sentiamo cosa ne pensa il Prof. Roberto Volpe, Lipidologo e Ricercatore del CNR di Roma.

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Trigliceridi e colesterolo sono entrambi fattori di rischio cardiovascolare; il problema è che tutti noi parliamo di colesterolo, sappiamo che l’ipercolesterolemia – quindi valori al di sopra di 200 mg/dl – è un fattore di rischio cardiovascolare, ma non lo sappiamo per quanto riguarda i trigliceridi. Pensiamo che un valore al di sopra dei 150 mg/dl possa essere normale, invece non lo è: perché già al di sopra dei 150 mg/dl si parla di una ipertrigliceridemia di confine, che diventa una ipertrigliceridemia reale al di sopra dei 200 mg/dl. E più aumenta, peggiore è il rischio cardiovascolare.

L’ipertrigliceridemia è molto più frequente dell’ipercolesterolemia: per esempio, l’ipercolesterolemia famigliare è 1 caso su 300-400 persone, mentre l’iperetrigliceridemia pura è 1 caso su 100 persone e frequentemente dopo si associa ad altri fattori di rischio.
Ad esempio, nella “iperlipemia combinata” (o mista) in cui troviamo sia il colesterolo aumentato sia i trigliceridi aumentati, è 1 caso su 200 persone.

Ancora, i trigliceridi si accompagnano, ad esempio, all’obesità, si accompagnano all’HDL basso, si accompagnano al diabete – sono l’alterazione dei grassi nel sangue più frequente nei pazienti diabetici.

Per questo sono un importante fattore di rischio cardiovascolare; per questo dobbiamo tener conto e trattarli sia con la dieta che con altri presidi non farmacologici o anche farmacologici.