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Noduli tiroidei: no agli allarmismi, sì alla corretta iodoprofilassi

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La patologia nodulare tiroidea può essere considerata allo stesso tempo un’epidemia e un allarmismo infondato. È vero che si tratta di una patologia molto frequente, soprattutto in Italia, dove c’è una carenza iodica – anche se lieve – che favorisce lo sviluppo dei noduli tiroidei. D’altra parte però, c’è un allarmismo veramente ingiustificato quando si rileva un piccolo nodulo tiroideo. Siccome oggi c’è una grande diffusione delle metodiche ecografiche, accade che spesso vengano diagnosticati dei piccoli noduli che in realtà poi non hanno conseguenze cliniche importanti. Questo crea molto spesso nel soggetto inutile allarmismo e ansietà, oltre purtroppo a un’esplosione della crescita della spesa sanitaria, cui invece dobbiamo prestare molta attenzione; quindi dobbiamo fare le cose con giudizio e intelligenza, e procedere nella diagnostica solamente nei casi che lo richiedono. Soprattutto bisognerebbe evitare lo screening ecografico indiscriminato della popolazione; tutti i soggetti dovrebbero piuttosto essere informati sull’importanza di una corretta alimentazione che preveda l’uso in cucina del sale arricchito con iodio. Questo perché così si garantisce una prevenzione a livello di popolazione, molto importante per prevenire la comparsa di gozzo nodulare. L’uso del sale iodato è importante soprattutto nei giovani, ovviamente, ma va esteso in tutta la popolazione, infatti è dimostrato che una profilassi efficiente avviene in una comunità quando più del 90% delle persone si alimenta normalmente con sale arricchito con iodio.

Questo è quello che può fare l’individuo, poi il resto è in mano al medico: cioè sapere quando è giusto procedere sia a un’indagine della funzione tiroidea, sia a un’indagine ecografica, esami da prevedere nei soggetti a rischio, non in tutta la popolazione.

Il ruolo dell’integrazione è importante: il sale arricchito con iodio è già un’integrazione, ma in particolari momenti della vita, cioè nella giovane donna che programma una gravidanza e nella donna che è già in gravidanza, spesso anche la quantità di iodio presente nel sale arricchito – giustamente c’è una restrizione del consumo di sale in gravidanza – non è sufficiente a garantire un adeguato apporto di iodio, tale da raggiungere i livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In questi casi quindi c’è bisogno di un’integrazione, e al giorno d’oggi esistono moltissimi prodotti che integrano lo iodio nella dieta.