Circa la metà dei soggetti che seguono la terapia ormonale sostitutiva per l’ipotiroidismo (circa il 3% della popolazione) presentano, secondo gli Specialisti, una scarsa aderenza al trattamento. Un terzo dei pazienti si rivela infatti non sereno di fronte alla necessità di seguire una terapia cronica e di dover rispettare con precisione le modalità di assunzione del farmaco, mentre un altro terzo si sente addirittura “cambiato” dalle implicazioni della terapia.

A questo proposito, il Dott. Enrico Papini, responsabile Scientifico AME – Associazione Medici Endocrinologi, sottolinea che circa il 40% circa dei pazienti risulta insufficientemente o eccessivamente trattato.

Le ragioni non sono naturalmente soltanto di carattere “psicologico”: l’elenco delle possibili cause degli squilibri nella terapia comprende infatti il malassorbimento gastro-intestinale, causato da problemi gastroenterici, o da interazioni con farmaci e cibo che si verificano con le formulazioni in compresse. Ad esempio, le compresse vanno assunte a digiuno al mattino, e l’attesa successiva di almeno 30 minuti prima di fare colazione, raccomandata dai medici, viene raramente rispettata dai pazienti, a tutto svantaggio della qualità e dell’efficacia della terapia.

Oltre al cibo, anche alcune categorie di farmaci, come quelli impiegati nella cura del reflusso gastro-esofageo, sono in grado di interferire con l’assorbimento della levotiroxina, a causa della riduzione dell’acidità gastrica.

In tutti questi casi, fino a poco tempo fa, l’unica soluzione era rappresentata da un aumento del dosaggio di levotiroxina; oggi invece, il problema potrebbe essere risolto ricorrendo – in sostituzione delle compresse – alle formulazioni liquide oggi disponibili per i pazienti di ipotiroidismo. Un recente studio presentato a Orlando (Florida) al 15° International Thyroid Congress ha infatti confermato la superiorità della formulazione liquida rispetto alle tradizionali compresse, dimostrando che non c’è più bisogno di attendere per fare colazione.

Il Dott. Papini spiega che i vantaggi delle formulazioni liquide sono determinati dal fatto che il principio attivo è già in soluzione e l’assorbimento del farmaco non richiede la fase di dissoluzione della compressa, non risentendo perciò di eventuali variazioni dell’acidità gastrica.

Per quanto riguarda poi la formulazione in capsule molli, semplice da deglutire e priva di sapore, si può parlare di una maggiore aderenza alla terapia, poiché consente ai pazienti un’assunzione pratica in qualunque situazione, anche fuori casa.

Rispetto alle formulazioni tradizionali, le capsule molli permettono inoltre una regolazione della terapia estremamente precisa e personalizzata, grazie all’ampia gamma di dosaggi, compresi fra 13 e 200 mcg, che consente a tutti i pazienti l’assunzione di una sola capsula molle al giorno.