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Intolleranza al lattosio e terapia per l’ipotiroidismo

L’intolleranza al lattosio è in pratica l’incapacità di digerire gli zuccheri contenuti nel latte e nei suoi derivati, per la carenza dell’enzima lattasi. Questa intolleranza, da non confondere con l’allergia alle proteine del latte, può essere asintomatica, ma il più delle volte porta a diversi disturbi, primo fra tutti la diarrea, causata dal richiamo di acqua dal lattosio non digerito, ma anche dolori addominali, nausea, vomito o altri sintomi.

Quanto è diffuso in realtà il problema dell’intolleranza al lattosio tra la popolazione?

Le percentuali sono molto variabili andando dalla quasi totalità delle popolazioni asiatiche a un 3-5% di quelle nordeuropee.

E in Italia?

L’incidenza dei soggetti predisposti sarebbe intorno al 40%, ma molti non ne sono consapevoli (pare circa i 3/4), perché l’aspecificità dei sintomi – o persino la loro assenza – rende difficile riconoscere la patologia. 

L’intolleranza al lattosio è dunque un problema molto diffuso e fastidioso e va sottolineato che essa può essere la causa di particolari problemi nei soggetti ipotiroidei sottoposti a terapia ormonale sostitutiva con levotiroxina.

Infatti, secondo uno studio condotto presso l’UOC di Endocrinologia dell’Università Sapienza, ospedale Santa Maria Gorettti di Latina, dal team diretto dal Prof. Marco Centanni, e pubblicato sul “Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism”, il dosaggio di ormone tiroideo deve essere aumentato del 31% nei pazienti ipotiroidei con concomitante intolleranza al lattosio.

Questo studio, valutando la dose efficace dell’ormone tiroideo nei soggetti intolleranti, conferma in pratica che l‘assorbimento del principio attivo è legato a diverse variabili, tra le quali appunto la modifica dell’acidità gastrica dovuta a patologie gastrointestinali (l’intolleranza la lattosio, il morbo celiaco, l’infezione da Helicobacter pylori o le gastriti croniche), che rendono necessario un aumento della dose di levotiroxina per garantire l’efficacia terapeutica.

Tra l’altro, a complicare la situazione contribuisce il fatto che il lattosio è presente non soltanto nei latticini, ma anche nei prodotti da forno, in molti cibi pronti, nei salumi e, particolare fondamentale, è anche utilizzato come eccipiente in molti farmaci, tra i quali proprio alcune formulazioni in compresse di levotiroxina. 

In presenza di tali complicazioni, come può dunque un paziente ipotiroideo essere certo di assumere la dose corretta di levotiroxina?
Il Prof. Centanni rassicura spiegando che oggi, in tutti questi casi, le difficoltà sono superate dalla disponibilità di nuove formulazioni orali di levotiroxina in soluzione orale o in capsule molli, totalmente prive di lattosio, che garantiscono anche un migliore assorbimento dell’ormone tiroideo, in quanto questo è già in soluzione.