Home Naso e vie aeree Ipertrofia dei turbinati Turbinati, quando i “condizionatori” del naso non funzionano

Turbinati, quando i “condizionatori” del naso non funzionano

Con la Dott.ssa Vittoria Di Rubbo, Specializzanda Otorinolaringoiatra presso Università Tor Vergata di Roma e in servizio presso la Casa di Cura Città di Roma, Esperta on-line di Nasochiuso, parliamo di ipertrofia dei turbinati, ovvero delle cause e degli effetti dell’anomalo ingrossamento di queste strutture nasali, molto importanti per il nostro benessere respiratorio e delle alternative terapeutiche, sia chirurgiche che mediche, oggi disponibili.

Spieghiamo cosa sono i turbinati e a cosa servono

Si tratta di strutture carnose presenti nelle fosse nasali, generalmente tre per ciascuna fossa nasale, distinte in superiore, media e inferiore.
La loro funzione principale è di “condizionamento”, cioè di umidificazione, riscaldamento e purificazione dell’aria respirata. Questo è possibile grazie alla loro struttura costituita esternamente da un epitelio rivestito da ciglia e da muco. Le ciglia vanno a purificare l’aria proveniente dall’esterno, mentre il muco la umidifica. Sotto lo strato di mucosa si trova poi un tessuto spugnoso altamente vascolarizzato che cede calore al passaggio dell’aria, e quindi è in grado di riscaldarla prima che giunga ai polmoni.

Quando si parla di ipertrofia? Quali sono i sintomi?

L’ipertrofia dei turbinati è un anomalo aumento volumetrico di queste strutture, che provoca ostruzione delle fosse nasali e impedisce al paziente la normale respirazione. Talvolta è possibile individuare il problema già a occhio nudo con una rinoscopia anteriore, ovvero con un semplice esame delle cavità nasali direttamente dalle narici.
Una TAC può essere necessaria invece per individuare eventuali problemi associati.

I sintomi principali avvertiti dal paziente, conseguenti all’ostruzione nasale, sono principalmente un aumento delle secrezioni mucose, respirazione a bocca aperta, rinorrea, russamento, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione durante il giorno.
Un’altra conseguenza dell’ipertrofia è rappresentata dalla riduzione della percezione degli odori, ovvero l’iposmia, una condizione che preoccupa molto i pazienti, infatti tra le domande più frequenti che ci vengono poste c’è quella sulla possibilità di riacquistare l’olfatto in seguito a terapia medico-chirurgica.
In generale, va segnalato che trascurare i sintomi può far evolvere la patologia verso la poliposi nasale e la rinosinusite cronica. Inoltre nel soggetto anziano si possono avere anche ripercussioni a livello cardiaco e di pressione arteriosa che, con una cattiva respirazione, tende a rimanere più alta.

Quali sono le cause dell’ipertrofia?

Le cause possono essere diverse, ma quella che più frequentemente si riscontra nelle visite ambulatoriali è la rinite allergica.
E accanto all’allergia, paradossalmente, un altro fattore di rischio è rappresentato dall’uso da parte dei pazienti di spray vasocostrittori, che sul lungo periodo provocano il cosiddetto effetto rebound, con un ulteriore aumento volumetrico dei turbinati e a un peggioramento della respirazione.

Naturalmente i fattori di rischio sono anche altri, come le riniti vasomotorie non allergiche (NARES), il fumo e l’inquinamento dell’aria; una causa meno conosciuta ma significativa è inoltre la “ASA syndrome”, cioè una forte intolleranza all’acido acetilsalicilico (aspirina) che determina infiammazione diffusa del distretto nasale, asma, rinosinusite, poliposi e, appunto, ipertrofia dei turbinati.

Quanto sono diffusi i problemi ai turbinati?

Non disponiamo di dati epidemiologici precisi, ma sappiamo che il fenomeno è in costante crescita nelle aree urbane, probabilmente a causa dello smog e della pessima qualità dell’aria. Un dato curioso per quanto riguarda il Lazio, è un recente improvviso aumento della patologia nell’area di Latina, e ancora non ne conosciamo la ragione.

Indicativamente, in base alla mia esperienza clinica, potrei dire che il problema riguarda circa il 60% della popolazione generale, e per il futuro le percentuali non diminuiranno di certo, considerato che stiamo riscontrando una importante diffusione del problema tra gli adolescenti.

Che livello di consapevolezza hanno i pazienti?

La maggior parte si presenta con un buon livello di conoscenza del problema; con Internet è sempre più facile documentarsi da fonti affidabili. Il paziente non si limita a esporre i sintomi, ma arriva già con le sue conclusioni, perché sa già benissimo che potrebbero essere il segnale di un’ipertrofia. Anche i soggetti allergici ormai sono perfettamente consapevoli della possibilità di sviluppare questa patologia. Come accennato sopra, quello che ci viene chiesto più spesso è, piuttosto, una soluzione: poter ricominciare a respirare liberamente, dormire bene, percepire di nuovo gli odori.

L’intervento chirurgico è la soluzione “standard”? Come viene accolta dai pazienti questa eventualità?

Prima di intervenire chirurgicamente si prova sempre con una terapia medica con cortisonici e antistaminici topici – visto che la maggior parte dei pazienti sono allergici – per cercare di sgonfiare il turbinato, ma se i risultati non fossero soddisfacenti è necessario ricorrere alla chirurgia.

Oggi è un intervento di routine, davvero poco invasivo: viene effettuato in day hospital, perciò il paziente è ricoverato la mattina e dimesso entro sera.

Una delle tecniche più diffuse è quella in endoscopia con radiofrequenze, tramite la quale si decongestiona la mucosa e si sgonfia il turbinato. L’intervento dura pochi minuti e si esegue in sedazione, un’anestesia “a metà” tra locale e generale che determina una sorta di dormiveglia.

Che tempi prevede il recupero nel post-operatorio?

Diciamo che già nel giro di pochi giorni il paziente avverte un netto miglioramento nella respirazione, ma la ripresa ottimale si ha all’incirca dopo una settimana. Nel velocizzare il processo di ripresa e migliorare la qualità della vita dei pazienti in questo periodo, ha poi un ruolo molto importante la terapia topica a base di acido ialuronico 9 mg ad alto peso molecolare.

Somministrato sotto forma di nebulizzazioni nasali con un nuovo dispositivo spray, l’acido ialuronico favorisce la rigenerazione dei tessuti accelerando i tempi di guarigione della mucosa, e riduce allo stesso tempo lo stato infiammatorio.

Il tema del recupero post-operatorio è stato anche oggetto di un recente studio a cui ho partecipato*, pubblicato su “International Forum of Allergy&Rhinology”. Il lavoro è relativo più precisamente all’impatto dell’acido ialuronico sulla qualità della vita a breve termine dei pazienti sottoposti a intervento di FESS per rinosinusite cronica, e ha mostrato come il trattamento con nebulizzazioni nasali di acido ialuronico 9 mg ad alto peso molecolare garantisca la riduzione dei principali sintomi post-chirurgici, migliorando di conseguenza la qualità della vita generale. Lo stesso discorso è applicabile, naturalmente, anche per il periodo che segue un intervento meno invasivo come quello ai turbinati.

L’acido ialuronico è utile anche in chiave di prevenzione?

L’acido ialuronico rappresenta senz’altro un efficace trattamento anche in fase preventiva, in quanto l’uso topico dell’acido ialuronico stimola il meccanismo che serve a rimuovere le secrezioni e gli agenti esterni che si depositano nel naso, la cosiddetta clearance mucociliare, ovvero la funzione più importante del naso.

Aiuta la respirazione del paziente e, soprattutto dopo una terapia medica che ha consentito di sgonfiare il turbinato, evita che si riformi l’ipertrofia.

Da un punto di vista preventivo più generale, di solito si suggerisce al paziente di effettuare i prick test, per capire se è presente un’allergia e a quali sostanze, così da riuscire a intervenire con un’adeguata terapia antiallergica.

Poi ovviamente si raccomanda di intervenire sullo stile di vita, smettendo di fumare o evitando gli ambienti con aria troppo calda o secca, ma anche i repentini sbalzi di temperatura.

*Impact of intranasal sodium hyaluronate on the short-term quality of life of patients undergoing functional endoscopic sinus surgery for chronic rhinosinusitis
Elena Cantone MD, Giovanni Castagna MD, Stefania Sicignano MD, Immacolata Ferranti MD, Felice Rega MD, Vittoria Di Rubbo MD, Maurizio Iengo MD
International Forum of Allergy & Rhinology – Volume 4, Issue 6, pages 484–487, June 2014