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Apnee notturne e disturbi del sonno in età pediatrica: come riconoscerli

Apnea, ipoapnea, russamento sono patologie che si riscontrano anche in età pediatrica. Per individuare i disturbi legati al sonno, un test molto utile è la polisonnografia e in assenza di chiari sintomi si rende necessaria anche nei più piccoli, al fine di individuare una diagnosi più precisa di OSAS (Obstructive Sleep Apena Syndrome). Ha approfondito per noi l’argomento la dott.ssa Vittoria Di Rubbo, otorinolaringoiatra presso la casa Città di Cura di Roma ed esperta nel campo delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) nei bambini.

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L’OSAS, Sindrome da Apnee Ostruttive Notturne, può verificarsi anche in età pediatrica? Con quale incidenza?

Assolutamente sì, può verificarsi anche in età pediatrica per diverse condizioni, come in età adulta. In alcuni studi viene riportata un’incidenza di OSAS in età pediatrica che oscilla tra 1 e 6 %, e quella del semplice russamento è addirittura più alta e oscilla tra 3 e 21% secondo alcune casistiche, mentre 8-27% secondo altre.

Come si riconosce un bambino che soffre di OSAS?

Un bambino affetto da OSAS innanzitutto è un bambino che presenta:

  • russamento abituale, ossia almeno per tre o più notti nell’arco di una settimana,
  • respirazione orale,
  • difficoltà nell’addormentamento e tendenza ad assumere posizioni anche atipiche durante il sonno per cercare di respirare meglio,
  • sonnolenza diurna che potrebbe essere mascherata da una forte irritabilità e iperattività dovuta alla mancanza di sonno,
  • deficit dell’attenzione e dell’apprendimento, in questi casi i genitori vengono richiamati a scuola per la scarsa attenzione del figlio,
  • ritardo nella crescita,
  • perdita di peso o anche al contrario sovrappeso.

E inoltre importante tenere sotto controllo altre condizioni particolari che possono predisporre ad OSAS come:

  • condizioni sindromiche come la Sindrome di Down
  • condizioni genetiche come la acondroplasia, la mucopolisaccaridosi e quindi la fibrosi cistica, ma anche la discinesia ciliare primitiva e infine asma e rinite allergica.

Quali sono, in sintesi, gli approcci terapeutici in età pediatrica per l’OSAS?

L’approccio terapeutico nei bambini in caso di OSAS è diverso a seconda dei casi:

  • nel bambino con ipertrofia adenotonsillare, dopo l’eventuale fallimento delle diverse terapie mediche previste, si procede alla chirurgia e quindi all’intervento di adenotonsillectomia (asportazione delle tonsille e adenoidi), che in molti casi risolve la condizione di OSAS. Questo perché l’ipertrofia adenotonsillare determinava l’ostruzione respiratoria che determinava le apnee e quindi l’OSAS;
  • nei bambini affetti da mucopolisaccaridosi, fibrosi cistica, discinesia ciliare primitiva, che nel tempo possono sviluppare polipi nasali, la risoluzione del problema consiste nella rimozione dei polipi nasali ossia una polipectomia nasale, che libera le alte vie aeree e consente di nuovo la respirazione;
  • nei bambini che presentano palato ogivale, che è più stretto del normale, o micrognatia e retrognatia , l’odontoiatra procedere all’applicazione di dispositivi che permettono l’espansione del palato e l’avanzamento mandibolare, causa della difficoltà respiratoria e quindi dell’OSAS, così da aiutare il bambino a respirare meglio.

Quale ruolo ha l’acido ialuronico ad alto peso molecolare nel trattamento delle OSAS?

Prima di tutto va detto che l’acido ialuronico nel postchirurgico ha un ruolo fondamentale perché favorisce il recupero e il ripristino della mucosa ed è quindi fondamentale. Viene prescritto perché permette una cicatrizzazione molto più rapida delle ferite chirurgiche. Questo per quanto riguarda gli interventi, che come detto vengono effettuati per lo più sui pazienti adulti.

Nei bambini viene utilizzato anche in associazione alla classica terapia medica – già prima di arrivare alla chirurgia – sempre perché permette un rinvigorimento della mucosa e quindi aiuta sicuramente le cellule ciliate a “muoversi” meglio e determina una clearance mucociliare migliore. Di conseguenza si accumulano meno le secrezioni nasali e il bambino respira meglio alleviando così il disturbo respiratorio.