Home Cuore Scompenso cardiaco: gli Omega-3 fanno bene al cuore

    Scompenso cardiaco: gli Omega-3 fanno bene al cuore

    Una netta riduzione delle ospedalizzazioni per problemi di carattere cardiovascolare con un risparmio di quasi 13 miliardi di euro sulla spesa sanitaria europea: questi sarebbero i risultati ottenibili se tutti i soggetti di età superiore ai 55 anni assumessero 1 grammo di Omega-3 ogni giorno.

    Scelta oggi resa ancora più semplice ed economica, grazie alla disponibilità di una preparazione farmaceutica bioequivalente di elevatissima qualità. Le cifre di grande impatto sopra riportate arrivano dall’associazione no-profit Food Supplements Europe, la quale ha recentemente pubblicato un report riguardante proprio il risparmio sui costi sanitari nell’Unione Europea derivante dall’impiego degli Omega-3.
    Secondo le stime, quasi un quarto degli over 55 subirà nei prossimi 5 anni un evento cardiovascolare che renderà necessaria l’ospedalizzazione; l’indagine, realizzata analizzando i dati ufficiali disponibili a livello europeo, evidenzia che la somministrazione diffusa degli Omega-3 sarebbe in grado di ridurre del 4,8% i ricoveri, con una diminuzione dei costi pari a 12,9 miliardi.

    Le grandi potenzialità di queste sostanze sono confermate anche da una seconda analisi a livello nazionale sull’efficacia e sostenibilità degli Omega-3 nella prevenzione cardiovascolare, effettuata dal Centro di Ricerca in Valutazione delle Tecnologie Sanitarie dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal Research Center di Firenze, pubblicata sull’Italian Journal of Public Health.

    Come spiega il Direttore Centro Studi ANMCO – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Aldo Pietro Maggioni, questa ricerca evidenzia che la somministrazione di farmaci Omega 3 ridurrebbe del 14% i ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco, con un risparmio di oltre 75 milioni di euro sulla spesa sanitaria ogni anno.
    Maggioni sottolinea come questo aspetto assuma particolare rilievo di fronte alla garanzia di una maggiore facilità nel sostenere economicamente strategie terapeutiche innovative in ambito cardiovascolare. Come riportato nel lavoro in oggetto, sono in crescita le evidenze a supporto di un ruolo preventivo e terapeutico degli acidi grassi polinsaturi Omega-3 in aggiunta ai trattamenti tradizionali nei pazienti con scompenso cardiaco cronico. L’impiego di queste sostanze è ritenuto particolarmente interessante perché può agire in associazione a terapie già consolidate, con un elevatissimo profilo di sicurezza e tollerabilità.

    Prevenzione a 360°

    A tutto ciò va poi aggiunta la considerazione che i farmaci di Omega-3, come ricorda Maggioni, esercitano un’azione protettiva molto più ampia nei confronti del rischio cardiovascolare, a fronte di una somministrazione sicura e priva di interazioni. Sono ad esempio riconosciuti come efficaci nella prevenzione secondaria dopo un infarto, oltre che nel trattamento dell’ipertrigliceridemia, come riconosciuto dalle Note 13 e 94 di AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco, che ne hanno disposto la somministrazione gratuita ad alkcune tipologie di pazienti. I risultati dello studio GISSI-Prevenzione hanno indicato infatti che un trattamento di 3 anni con n-3 PUFA è in grado di ridurre del 21% la mortalità totale di pazienti colpiti da un infarto miocardico acuto; a dosi di 2-4 grammi al giorno portano inoltre a una riduzione del 30% del livello di trigliceridi nel sangue.

    Una necessaria precisazione riguarda il fatto che per la garanzia di ottenere risultati clinici positivi, nonché la massima sicurezza del paziente, non è sufficiente rivolgersi a semplici integratori: gli studi in questione sono stati condotti infatti con Omega-3 di natura farmaceutica, quindi soggetti a regole di fabbricazione e a controlli di qualità della materia prima particolarmente rigorosi, con concentrazioni superiori all’85%.